Italiani nella Repubblica Dominicana: una storia di successo da oltre due secoli

Gli italiani facevano parte della società dominicana dall’arrivo del primo immigrato nella prima metà del 19° secolo, all’inizio del 20° secolo. Durante questo periodo, la maggior parte dei cognomi italiani cominciarono ad apparire nel paese, come Pezzotti, Pugliese, Russo, Longo, Porcella, Campagna, Schiffino, Oliva, Capobianco, Caputo, Demorizi, Bonelli, tra gli altri. La maggior parte di loro si stabilì a Puerto Plata, Santo Domingo e Santiago de los Caballeros.

Fin dall’inizio, gli Italiani e i loro discendenti hanno avuto un grande impatto sullo sviluppo socioeconomico della Repubblica Dominicana.

Esempi di questo sono Domenico Russo Cino e suo fratello Alessandro, di Santa Domenica Talao e titolari della prima farmacia di Bonao. Giuseppe Russo Cino è stato il pioniere dell’elettricità a Puerto Plata, La Vega e Moca. Ha anche diretto l’unico cinema di La Vega, oltre a fondare il Rotary Club di quella città.

Arturo Pellerano Alfau, dominicano discendente da italiani, nato a Genova, fonda nel 1889 il Listin Diario, il giornale più rispettato e tradizionale del Paese. Nel 1954 Annibale Bonarelli fonda il ristorante italiano più tradizionale del Paese, che esiste ancora sul lungomare del Malecón a Santo Domingo, il ristorante Vesuvio.

Ci sono ancora tante altre storie di famiglie italo-dominicane che hanno dato un contributo significativo allo sviluppo della Rep. Dominicana. Tuttavia, forse non esiste una storia tanto spettacolare quanto quella di Giovanni Battista Vicini.

Emigrò nella Repubblica Dominicana nel 19° secolo all’età di 12 anni con solo ciò che portava addosso. Un suo grande amico, che si arricchì esportando caffè, lo invitò a lavorare nella sua impresa. Per un po’ ci lavorò, ma poi Giovanni Battista Vicini riuscì a mettersi in proprio, entrando come investitore nel settore dello zucchero, da cui la sua famiglia ebbe grandi profitti e fu il principale promotore dello sviluppo economico e sociale della regione orientale. Il suo contributo al Paese fu così importante che per anni finanziò lo Stato dominicano direttamente e c’è stato un tempo in cui i titoli commerciali della famiglia Vicini furono accettati in tutto il territorio dominicano come moneta nazionale.

Successivamente, i suoi discendenti hanno contribuito con fondi alla fondazione di varie istituzioni educative, sociale e non. I Vicini sono stati una delle famiglie che ha lasciato una delle più grandi tracce nello sviluppo socioeconomico del Paese.

Secondo Marcio Veloz Maggiolo, famoso scrittore, archeologo e antropologo italo-dominicano, il numero di dominicani di origine italiana nel Paese è di circa 300.000, a cui va aggiunta l’esistenza di una colonia italiana pari a 50.000 abitanti. La comunità italo-dominicana della Repubblica Dominicana è quindi la più numerosa della regione caraibica. Molti dei membri di questa comunità oggi svolgono ruoli di importanza significativa per l’economia del Paese in quasi tutti i settori.

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