I parlamentari e il diritto alla pensione

Cade il limite temporale per poter godere del beneficio e quindi si potrebbe tornare alle urne. Questo è quel che si dice e qualcuno sta già correndo ai ripari afferrandosi alla pandemia per allontanare il rischio di elezioni anticipate.

La notizia è di questi giorni. La decisione è stata presa dal Consiglio di Garanzia dei due rami del parlamento che ha dato parere favorevole al vitalizio anticipato.

Il parlamento, si legge nel Corriere della Sera, riconoscerà a deputati e senatori il diritto a ottenere la pensione anche nel caso in cui la legislatura dovesse terminare prima dei fatidici «quattro anni sei mesi e un giorno», che è il limite fissato oggi dai regolamenti interni per riscattare la previdenza. Questi verdetti potrebbero avere anche un impatto politico, visto che nel Palazzo l’eventuale ritorno alle urne l’anno prossimo viene vissuto con grande preoccupazione soprattutto per chi è al primo mandato. Temono di perdere la pensione. In realtà, secondo quanto riferiscono fonti qualificate, le Amministrazioni dei due rami del Parlamento si stavano già preparando riservatamente per adeguarsi alla novità.

Di Maio, cui l’idea di un ritorno anticipato alle urne per ovvi motivi non è gradita mette le mani avanti: “Se andiamo a votare a marzo, non avremo un governo in carica prima di luglio-agosto e allora ci sarà da erogare la terza dose dei vaccini”.

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