Presentano un ricorso di amparo contro il presidente e il ministro della sanità pubblica

La risoluzione del Ministero della salute, che stabilisce l’obbligo di presentazione di una scheda di vaccinazione contro il COVID-19 per accedere a luoghi di uso pubblico, incontra ostacoli giuridici che devono essere oggetto di una decisione nel tribunale.
Un ricorso costituzionale di “amparo” (istituto tipico degli ordinamenti dell’America latina attraverso il quale i singoli possono adire direttamente il tribunale costituzionale, denunciando le leggi lesive dei diritti fondamentali del cittadino) è stato presentato innanzi al TSA per chiedere l’annullamento della risoluzione n. 000048 dell’8 ottobre.
La risoluzione del ministero della salute stabilisce che a partire da lunedì prossimo, 18 ottobre, sarà necessario presentare la carta d’identità e una tessera di vaccinazione con almeno due dosi per potersi presentare agli spazi di lavoro collettivi e chiusi, ai centri di studio pubblici e privati, ai trasporti e agli esercizi pubblici, come negozi, discoteche o botteghe.
Gli avvocati Yan Carlos Martínez Segura ed Eli Saúl Barbi Castro hanno chiesto anche che la procedura fosse dichiarata di estrema urgenza e fosse conosciuta prima del 18 di questo mese.
Gli avvocati hanno ricorso contro la Presidenza della Repubblica, rappresentata da Luis Abinader e contro il Ministero della Salute Pubblica, nella persona del suo capo Daniel Enrique de Jesús Rivera Reyes.
Sostengono che la disposizione di sanità pubblica viola gli articoli della Costituzione 38 (Dignità umana); 39 (Diritto all’uguaglianza); 40 (Diritto alla libertà e alla sicurezza personale); 42 (Diritto all’integrità personale); 62 (Diritto al lavoro) e 74 (Principi di applicazione e interpretazione dei diritti e delle garanzie fondamentali) oltre agli articoli 3 e 4 della Legge 107-13 sui diritti delle persone nei rapporti con l’amministrazione e il procedimento amministrativo.
Secondo i ricorrenti esiste una grave minaccia ai diritti fondamentali della collettività, che comporta la limitazione di ampi diritti costituzionali a milioni di cittadini con conseguenze imprevedibili e pericolo di turbamento anche dell’ordine e della quiete pubblica e la generazione di caos, violenza e disordine sulle strade, sui trasporti pubblici e sugli spazi ricreativi.

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